Da Pietracatella un messaggio civile: il Premio “Crêuza de mä” tra Vauro e De André
C’è un’immagine che precede le parole e ne custodisce il significato più profondo. È il disegno realizzato da Vauro Senesi per la XII edizione del Premio Letterario Nazionale “Crêuza de mä – Fabrizio De André”: un’opera essenziale e stratificata, nella quale un albero spoglio si innalza da una terra ferita, attraversata da cromie scure e da un nucleo incandescente, come se il dolore fosse, insieme, origine e traccia persistente della storia. Non un’illustrazione didascalica, ma una sintesi visiva che interroga lo sguardo e chiama in causa la coscienza.
Il tema scelto per questa edizione si concentra su Fiume Sand Creek, uno dei brani più potenti e laceranti di Fabrizio De André, contenuto nell’album del 1981 L’Indiano. È una canzone che restituisce, senza indulgenze retoriche, la violenza come fatto storico, politico e umano, e che continua a parlare al presente proprio perché rifiuta ogni consolazione facile. A questa eredità il Premio letterario si affida, chiedendo ai partecipanti di misurarsi con l’immagine e con il pensiero, con la scrittura intesa come atto di responsabilità civile.
Vauro Senesi, divenuto negli anni ospite d’eccellenza del concorso, ha accompagnato il cammino del Premio con il suo tratto inconfondibile, capace di coniugare rigore etico e libertà espressiva. Il suo contributo si inserisce in modo coerente nello spirito del progetto ideato, promosso e organizzato dall’Associazione culturale “Crêuza de mä – Pietracatella”, che dal 2014 seleziona componimenti in prosa e in versi ispirati all’immaginario di De André, trasformando la musica in occasione di riflessione letteraria e di consapevolezza collettiva.
A rafforzare ulteriormente il valore simbolico della XII edizione è giunto anche il patrocinio del museo genovese “Via del Campo 29 Rosso”, luogo emblematico dedicato ai cantautori della cosiddetta “scuola genovese”. Un riconoscimento che lega idealmente Pietracatella a Genova, il Molise all’Italia dei porti e delle periferie, in un dialogo culturale che supera i confini geografici e restituisce centralità ai luoghi della memoria e della parola.
Il Premio si articola in due sezioni, narrativa e poesia, a loro volta suddivise tra categoria adulti e studenti, e conferma anche per questa edizione la Menzione speciale intitolata a Valeria Fanelli, giovane originaria di Pietracatella scomparsa prematuramente, nel cui ricordo convergono la passione per la musica, per l’arte, per il teatro e per l’opera di De André. È inoltre rinnovato il Premio destinato alle scuole secondarie di secondo grado che partecipano con il maggior numero di elaborati, a testimonianza di un’attenzione costante verso il mondo della formazione e della crescita culturale.
I componimenti dovranno pervenire entro il 31 dicembre 2025 e saranno valutati da un comitato scientifico composto da docenti e personalità esperte nel campo della poesia e della prosa, affiancato da una Giuria popolare, i cui nominativi saranno resi noti nelle prossime settimane. La partecipazione è gratuita per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, mentre per gli altri concorrenti è previsto un contributo contenuto, differenziato in base alle sezioni prescelte.
Nel corso delle sue dodici edizioni, il Premio Letterario Nazionale “Crêuza de mä – Fabrizio De André” ha raccolto oltre 1.300 opere provenienti da tutto il territorio nazionale, restituendo una mappa plurale di scritture ispirate ai valori, alle immagini e alle domande civili sollevate dal repertorio di Faber. Un patrimonio che conferma la vitalità di un progetto nato dal basso, cresciuto grazie all’impegno volontario dell’associazione e sostenuto, nel tempo, dal patrocinio morale della Fondazione Fabrizio De André Onlus, oltre che da enti, istituzioni scolastiche e realtà culturali regionali e nazionali.
Il disegno di Vauro, con la sua forza silenziosa, riassume il senso profondo di questa esperienza: la cultura come spazio di resistenza alla violenza, la parola come strumento di memoria, l’arte come gesto che non assolve, ma invita a comprendere. È in questa tensione, mai pacificata, che il Premio continua a rinnovare la propria ragion d’essere, affidando alla letteratura il compito, oggi più che mai necessario, di non distogliere lo sguardo dai veri drammi della realtà sociale.
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