Le fiamme campane oscurano le acque del Sannio ( 29 giugno 2025) - Matese in fiamme, il Monte Cila devastato da un incendio: emergenza ambientale e indagini in corso (4 luglio 2025)
Piedimonte Matese, 4 luglio
2025 – L’area del Monte Cila, nel
cuore del Matese casertano, è stata teatro, nelle ultime ore, di un vasto
incendio che ha interessato ettari di vegetazione, minacciando da vicino le
abitazioni e il tessuto urbano della città di Piedimonte. Il rogo, divampato
nella notte tra il 2 e il 3 luglio, ha sollevato preoccupazioni non solo per
l’impatto ambientale, ma anche per l’eventuale matrice dolosa, su cui ora
indagano le autorità competenti.
Le operazioni di spegnimento,
avviate tempestivamente grazie al coordinamento tra Vigili del Fuoco,
Protezione Civile e operatori della Comunità Montana, sono proseguite per tutta
la giornata del 3 luglio, con l’impiego di mezzi aerei e squadre a terra.
Decisivo è stato l’intervento dei Canadair, che hanno effettuato numerosi lanci
d’acqua sulla vegetazione in fiamme. A scopo precauzionale, è stata disposta la
chiusura temporanea della strada provinciale per Castello del Matese,
compromessa dalla presenza di fumo denso e rischio di caduta massi.
Secondo quanto riportato da
fonti locali, le fiamme hanno aggredito una vasta porzione del versante esposto
a sud, mettendo in pericolo alcune abitazioni, tra cui la residenza del primo
cittadino, lambita da braci e detriti. Al momento, non si registrano danni a
persone, ma le conseguenze sull’ecosistema sono rilevanti: il Monte Cila
rappresenta una delle aree più significative del costituendo Parco Nazionale
del Matese, e la sua compromissione rischia di tradursi in una perdita
importante per la biodiversità regionale.
Il fronte dell’incendio
risulta ormai sotto controllo, ma le attività di bonifica proseguiranno nei
prossimi giorni. Resta forte il sospetto che l’origine del rogo sia dolosa: le
circostanze dell’innesco e la scelta del momento – ore notturne e in assenza di
eventi naturali scatenanti – rafforzano questa ipotesi, già all’attenzione
della Procura e delle Forze dell’Ordine.
Nel frattempo, l’intera
provincia di Caserta si trova in una condizione di massima allerta: altri
episodi di incendi boschivi si sono verificati a Cellole, Baia Domizia e
Mondragone, con analoghe modalità e criticità. Il caldo torrido, l’assenza di
precipitazioni e la secchezza del sottobosco stanno aggravando il quadro
complessivo.
Di fronte a questi eventi, le
istituzioni locali invocano un rafforzamento delle misure di prevenzione e il
coinvolgimento attivo della cittadinanza. Il Matese, cuore verde dell’Italia
centro-meridionale, non può essere lasciato solo: occorrono vigilanza, risorse
e una nuova cultura della tutela ambientale, fondata sulla responsabilità
collettiva.
Roma, 29 giugno 2025 - Sebbene mi trovi a Roma per impegni di carattere personale, seguo con attenzione – grazie alle puntuali cronache della stampa libera – gli sviluppi di una giornata particolarmente drammatica per diversi territori della Campania, sempre più colpiti dalla mano criminale degli incendiari. I roghi divampati a Solopaca, Sessa Aurunca e, non da ultimo, nell’area del Centro Direzionale di Napoli, confermano che la piaga della delinquenza ambientale continua a esercitare una morsa preoccupante sulla regione.
Nonostante ciò, alcune componenti del variegato mondo ambientalista continuano a sollevare obiezioni nei confronti dell'istituzione del Parco nazionale del Matese, rivelando, forse inconsapevolmente, una contraddizione dolorosa: nella martoriata terra che fu dei Borbone, sembra talvolta preferirsi la devastazione al governo responsabile di una risorsa vitale come l'acqua dell'Appennino sannita. Una considerazione, questa, che dovrebbe indurre a una riflessione seria e non più rinviabile sulla visione e sulla condotta della classe dirigente regionale.
#domenicorotondi
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