Campobasso, inflazione a zero e convenienza economica: l’equilibrio da presidiare (articolo di Domenico Rotondi)
Campobasso registra un’inflazione pari a zero, collocandosi ai vertici nazionali per stabilità dei prezzi, mentre la media italiana si attesta attorno all’1,1%. Il dato assume un rilievo concreto perché si traduce in una convenienza economica diffusa: per le famiglie significa maggiore prevedibilità della spesa; per la città, una qualità della vita più accessibile e misurabile.
Il quadro favorevole si estende al contesto regionale. Il Molise presenta una variazione nulla, confermandosi tra i territori in cui il costo della vita resta affrontabile. In un Paese segnato da dinamiche di rincaro selettive, la stabilità dei prezzi rappresenta un fattore di tutela dei bilanci domestici e rafforza l’attrattività residenziale.
Sul piano tecnico-economico, tuttavia, il dato va interpretato con rigore. L’inflazione misura la variazione media dei prezzi: quando è nulla, indica stabilità, non automaticamente debolezza. Proprio per questo va evitata in ogni modo la stagnazione, che si manifesta quando la stabilità dei prezzi deriva da consumi compressi, investimenti insufficienti e da una domanda interna fiacca. L’equilibrio virtuoso, al contrario, consiste nel mantenere prezzi stabili insieme a crescita reale: redditi che tengono, occupazione che si consolida, servizi efficienti e investimenti capaci di sostenere l’economia senza innescare rincari.
Diventa allora decisivo scongiurare l’immobilismo finanziario. Prezzi fermi non devono tradursi in capitale inattivo, in credito che non circola o in risparmio che resta improduttivo. Al contrario, la stabilità dei prezzi offre un terreno favorevole per orientare risorse verso investimenti mirati, innovazione, rigenerazione urbana e rafforzamento dei servizi, così da attivare un moltiplicatore economico capace di sostenere domanda e occupazione senza pressioni inflattive.
In questa prospettiva, Campobasso offre un modello credibile: una città conveniente per vivere, dove l’assenza di aumenti tutela le famiglie e rafforza la fiducia, a condizione che la stabilità sia accompagnata da politiche di sviluppo coerenti. Concorrenza e trasparenza nei mercati locali, sostegno alle filiere produttive e attenzione ai costi incomprimibili — energia, trasporti, abitazione — restano le leve decisive.
Se ben governata, l’inflazione a zero non si traduce in immobilismo, ma diventa un equilibrio dinamico: prezzi stabili, economia viva, qualità della vita accessibile. È in questo passaggio che il dato statistico si trasforma in valore civile e in una prospettiva concreta e duratura per il territorio.




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