Lo sport che custodisce il creato - CBlive, Domenico Rotondi
Nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, a Pescasseroli, si è svolto dal 14 al 16 novembre il XX Forum dell’Informazione Cattolica per la Custodia del Creato, promosso da Greenaccord, associazione culturale di ispirazione cristiana, con il sostegno dell’USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana), dell’Ordine dei Giornalisti dell’Abruzzo e con la partecipazione dell’Ordine dei Giornalisti del Molise. I lavori si sono tenuti nel Cinema Ettore Scola, la stessa sala scelta dagli autori del film Un mondo a parte, a testimonianza della resilienza culturale e ambientale delle aree protette, capaci di coniugare identità, creatività e impegno civile.
Il tema centrale – «Lo sport sostenibile, inclusivo e rispettoso di tutti» – ha orientato un ampio confronto sul rapporto tra attività sportiva, tutela della natura e responsabilità dell’informazione. Al centro del dibattito si è affermato il valore della qualità della vita nei Parchi nazionali, considerati luoghi privilegiati per riscoprire un umanesimo ambientale fondato sulla relazione armoniosa fra uomo e creato. L’obiettivo, coerente con i parametri dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, è quello di delineare una transizione ecologica capace di restituire centralità alla dignità della persona e di impedire derive speculative a danno dei cittadini e dei territori.
Di particolare rilievo è stato l’intervento del vescovo di Avezzano, Giovanni Massaro, che ha richiamato la profonda connessione tra creato, animo umano e natura, indicando nello sport una via concreta per educare alla cura della casa comune e alla responsabilità personale. L’attività fisica praticata nei contesti naturali – ha osservato – diventa un’esperienza capace di rigenerare lo spirito, rafforzare i legami sociali e orientare le comunità verso un rinnovato rispetto dell’ambiente.
Nel corso delle sessioni sono emersi tre assi portanti: la sostenibilità delle pratiche sportive, l’inclusione come diritto universale e la comunicazione etica. È stata ribadita la necessità di un’informazione responsabile, attenta ai linguaggi e ai contenuti, quale condizione indispensabile per costruire una cultura sportiva libera da logiche affaristiche e pienamente aderente ai principi della fraternità civile e del bene comune.
Un passaggio centrale del Forum ha riguardato il richiamo costante all’Agenda 2030: l’ecosistema sportivo – è stato sottolineato – deve allinearsi agli obiettivi dell’Onu in termini di sostenibilità, uguaglianza e partenariato. Lo sport, insieme alla sua comunicazione, può favorire la transizione ecologica e contrastare ogni azione speculativa, con inevitabili ricadute ambientali, economiche e sociali sui cittadini. In tale prospettiva è stato affermato che un ambientalismo autentico non può ridursi a un sistema di vincoli oppressivi, ma deve tradursi in politiche prossime ai bisogni reali delle persone, capaci di coniugare tutela del creato e qualità della vita. Il Forum ha chiesto pertanto che nei programmi politici e nei modelli imprenditoriali il rispetto per la persona e per la casa comune non resti un’enunciazione formale, ma diventi prassi concreta e quotidiana.




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