CBlive La Tavola Osca di Capracotta/Agnone: la voce dei Sanniti che parla ancora al presente (articolo di Domenico Rotondi)



 


Giovedì 16 ottobre 2025, nella Sala Fratianni del Circolo Sannitico di Campobasso, si è tenuta la presentazione del volume La Tavola Osca di Capracotta/Agnone di Vincenzino Di Nardo, edito da Volturnia Edizioni. L’incontro, organizzato dalla SIPBC Onlus Molise e moderato dalla presidente Isabella Astorri, ha visto la partecipazione dell’autore insieme al giornalista e scrittore Nicola Mastronardi. L’evento si è inserito in un più ampio percorso di riscoperta della civiltà sannitica, che — pur frammentaria nelle testimonianze — continua a rappresentare una delle radici identitarie più autentiche dell’Italia centro-meridionale. La cosiddetta Tavola Osca, rinvenuta nel territorio compreso tra Capracotta e Agnone, è infatti uno dei documenti epigrafici più importanti della lingua osca, appartenente al ceppo italico e parlata dai Sanniti Pentri, popolo fiero e indipendente che seppe opporsi a lungo all’espansione di Roma. Nel corso della serata non sono mancati interventi e riferimenti alla complessa vicenda storica del reperto, da sempre oggetto di tesi divergenti circa le tappe del suo ritrovamento e la successiva vendita al British Museum di Londra. La posizione dell’autore, tuttavia, è risultata chiara e supportata da una solida base documentaria. Di Nardo — medico e studioso locale — ricostruisce con rigore le avventurose vicende della tavoletta bronzea, risalente al III-II secolo a.C. e incisa in lingua osco-sannita, rinvenuta nel 1848 in un podere di Capracotta.


Attraverso un accurato lavoro di ricerca, l’autore segue il percorso del reperto: dal trasferimento ad Agnone alla vendita clandestina a Napoli, fino alla comparsa nella bottega antiquaria di Alessandro Castellani a Roma e, infine, alla sua definitiva collocazione al British Museum di Londra. Il volume affronta anche un tema particolarmente dibattuto: l’autenticità di una seconda Tavola Osca, emersa a distanza di ottant’anni dal ritrovamento della prima e ritenuta da alcuni studiosi una copia quasi perfetta dell’originale. Di Nardo analizza documenti e testimonianze, proponendo una propria interpretazione che si colloca all’interno di un dibattito ancora aperto e vivace nel panorama degli studi sannitici.


L’incontro si è rivelato, in conclusione, non solo un’occasione di approfondimento scientifico, ma anche un momento di riflessione collettiva sull’identità culturale e archeologica del Molise. Un territorio in cui la memoria del passato continua a dialogare con il presente, restituendo voce e significato all’antico patrimonio dei Sanniti.


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