La verità nascosta sui tumori in Campania: l’eredità tossica della Terra dei Fuochi (di Domenico Rotondi)
Il fenomeno conosciuto come Terra dei Fuochi continua a rappresentare una delle più gravi emergenze ambientali e sanitarie del Paese. Le province di Napoli e Caserta, aree ad alta densità abitativa e industriale, convivono da decenni con il dramma dei roghi tossici, dei rifiuti interrati illegalmente e delle conseguenze sulla salute della popolazione. L’immagine dei campi in fiamme, che ancora oggi ardono a cielo aperto liberando nell’aria sostanze cancerogene, rimane la fotografia di una ferita che non ha mai smesso di sanguinare.
Secondo i dati ufficiali, il Registro Tumori della Campania risulta aggiornato soltanto fino al 2021. Questo ritardo, che a prima vista potrebbe apparire come una semplice inefficienza burocratica, rischia invece di costituire un ostacolo decisivo nella valutazione dell’impatto reale che l’inquinamento ambientale ha avuto e continua ad avere sulle comunità locali. L’assenza di dati aggiornati, infatti, non consente soltanto di definire con tempestività politiche sanitarie adeguate, ma compromette anche la tutela del diritto fondamentale alla trasparenza, che dovrebbe garantire ai cittadini l’accesso a informazioni essenziali per la propria salute.
Le associazioni hanno più volte denunciato come l’inquinamento del suolo, delle falde acquifere e dell’aria abbia inciso in maniera drammatica sull’incidenza di tumori, leucemie e malformazioni congenite. Studi indipendenti e inchieste giornalistiche hanno messo in luce correlazioni significative tra l’esposizione ai veleni ambientali e l’aumento delle patologie oncologiche, soprattutto nei bambini. Tuttavia, la mancanza di un monitoraggio costante e trasparente continua a indebolire ogni tentativo di tracciabilità scientifica.
Il fenomeno dei roghi, legato a traffici illeciti di rifiuti e alla complicità di organizzazioni criminali, non si è mai interrotto del tutto. Interventi di bonifica sono stati avviati, ma si sono rivelati insufficienti di fronte all’enormità del problema. Le terre avvelenate richiederebbero un piano straordinario e strutturato, non interventi episodici o misure emergenziali.
La popolazione campana, da anni, chiede giustizia e verità. I cittadini hanno dimostrato una resilienza straordinaria, organizzandosi in reti civiche e movimenti per la difesa della salute e dell’ambiente. Eppure, senza dati certi e aggiornati, il loro grido rischia di rimanere privo di riscontri concreti nelle sedi istituzionali.
La Terra dei Fuochi non è soltanto un problema ambientale: è una questione di diritti fondamentali. Non si tratta unicamente di bonificare i terreni contaminati o di fermare i roghi, ma di restituire fiducia a una comunità che ha visto crescere la paura e il sospetto attorno a ogni diagnosi medica. Ogni ritardo nella pubblicazione dei dati ufficiali equivale a una nuova ferita inferta alla credibilità delle istituzioni.
Se l’Italia intende affrontare con serietà la crisi ambientale e sanitaria della Campania, deve ripartire dalla trasparenza e dalla tempestività dei dati. Solo così sarà possibile trasformare la denuncia in giustizia e la rassegnazione in riscatto.
#domenicorotondi
Commenti
Posta un commento