Dal passato al futuro: il Sannio rialza la voce

 


Sepino si prepara ad accogliere, martedì 12 agosto alle ore 17.30, nel cortile del Palazzo Municipale, la quarta edizione di Diamo voce ai Sanniti – #Sannio2025. Un appuntamento che, oltre la dimensione estiva, si inserisce in un progetto culturale di ampio respiro: restituire piena dignità identitaria al patrimonio archeologico del Sannio, attraverso la valorizzazione compiuta della cultura dei popoli italici.

Il cuore dell’iniziativa risiede nella consapevolezza che le terre matesine abbiano rappresentato, nei secoli, un crocevia privilegiato di migrazioni sabelliche ed osche, un punto di incontro fra comunità di pastori, agricoltori, artigiani e uomini d’ingegno, capaci di fondere tradizione e innovazione. Questo territorio, incastonato tra i versanti della Montagna Sacra del Sannio Pentro, sta conoscendo negli ultimi anni un rinnovato slancio di interesse: programmi di ricerca universitaria, indagini sul campo e studi comparati stanno riportando alla luce frammenti di un mosaico culturale che rischiava di scivolare nell’oblio.

Non si tratta soltanto di recuperare reperti o testimonianze materiali, ma di ricomporre un tessuto narrativo complesso, in cui storia civile, militare e religiosa si intrecciano con un patrimonio naturalistico unico nell’Italia centro-meridionale. Non è un caso che numerosi studiosi, anche provenienti da istituzioni accademiche internazionali, abbiano scelto il Matese come laboratorio a cielo aperto, promuovendo campagne di ricerca e di divulgazione volte a riannodare i fili di una territorialità antica e densa di significati.

Emblematica, in questo contesto, è la riscoperta del Santuario di San Pietro di Cantoni, che ha restituito al Sannio preziose testimonianze legate alla Dea Mefite, divinità italica del culto delle acque. Un culto che, all’interno di un pantheon intrinsecamente legato alla natura, rivela la spiritualità profonda dei Padri Sanniti. Ugualmente eloquente è l’eredità dell’antica Saipins, la cui rete di tratturi racconta la visione di un popolo libero, ma capace di dialogare tanto con le colonie greche della costa campana quanto con le culture etrusche dell’Appennino.

Eppure, a fronte di questa straordinaria ricchezza, permane l’ombra di un disinteresse generalizzato che rischia di vanificare potenzialità e sforzi. La manifestazione di Sepino vuole essere anche un monito, un invito pressante ad adottare politiche concrete di tutela e valorizzazione. In tal senso, appare necessario promuovere nuove campagne di scavo, attivando le istituzioni preposte mediante un corretto utilizzo dei fondi comunitari ancora disponibili nei diversi capitoli dei programmi europei. Allo stesso modo, andrebbero avviate iniziative plurisettoriali attraverso gli enti di ricerca nazionali, capaci di coinvolgere giovani archeologi molisani in un lavoro proficuo e utile al bene comune.

Moderato da Domenico Rotondi, l’incontro vedrà gli interventi di Nicola Mastronardi, Franco Valente, Gianfranco De Benedittis, Antonello Santagata, Pasquale Giordano e Antonio Tammaro: voci autorevoli, capaci di offrire prospettive differenti ma convergenti su un obiettivo comune, trasformare il patrimonio archeologico del Sannio in una leva di sviluppo culturale, identitario ed economico.

Sepino, con le sue pietre millenarie e la sua storia stratificata, si propone così come luogo simbolo di un messaggio inequivocabile: dal passato al futuro, il Sannio vuole e deve tornare a parlare con voce forte, chiara e autorevole.


#domenicorotondi 




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