CBlive - Jelsi, Festa del Grano: il rito delle radici tra fede e identità (di Domenico Rotondi)
Nel cuore dell’estate molisana, quando il sole avvolge le colline del Medio Sannio con la sua luce dorata, Jelsi, affascinante centro in provincia di Campobasso, si trasforma nel palcoscenico di una delle celebrazioni popolari più suggestive e identitarie del Meridione d'Italia: la Festa del Grano in onore di Sant’Anna, giunta nel 2025 alla sua 220ª edizione. Quella di Jelsi non è una semplice festa patronale, ma un complesso rituale che affonda le radici in un’antica devozione contadina, dove l’offerta del grano diventa gesto sacro e narrazione corale. Secondo gli storici locali, la tradizione nacque nel 1805, in seguito a un devastante terremoto che colpì il Regno di Napoli. La comunità di Jelsi, scampata miracolosamente alla tragedia, scelse di affidarsi a Sant’Anna, elevandola a protettrice del paese e ringraziandola ogni anno con la costruzione di carri allegorici interamente decorati con spighe di grano, intrecciate a mano secondo tecniche ancestrali.
La Festa del Grano si configura oggi come un prezioso documento etno-antropologico, un vero archivio vivente di simboli, saperi, gesti e linguaggi che si tramandano oralmente di generazione in generazione. Il grano, elemento cardine della civiltà agricola mediterranea, viene così sublimato in forma artistica e religiosa: i carri (trainati o a spinta), vere e proprie opere d’arte effimere, raffigurano episodi biblici, scene di vita contadina, icone di fede o richiami all’attualità, in un connubio affascinante tra passato e presente. Il clou della manifestazione si svolge sabato 26 luglio, con la solenne processione dei carri e delle traglie (antiche slitte in legno usate dai contadini), che attraversa le vie del borgo accompagnata da bande musicali, sbandieratori e gruppi folkloristici. Particolarmente sentito è il momento dell’ostensione della reliquia di Sant’Anna, accolta con profonda partecipazione dalla comunità e dai numerosi visitatori. Il programma, sostenuto da enti istituzionali come il Ministero dell’Agricoltura e della Cultura, si arricchisce anche di momenti musicali, convegni, mostre ed eventi gastronomici, tra cui spicca la distribuzione rituale del “Pane di Sant’Anna”, benedetto e offerto a tutti i presenti. Non mancano i fuochi pirotecnici e i concerti serali, tra cui quello della storica band “Rovazzi” e della “Equipe 84”, che riportano in piazza l’entusiasmo e il senso comunitario.
Il dialogo culturale tra Jelsi e Guardia Sanframondi
Tra i protagonisti dell’edizione 2025, spicca la partecipazione dell’associazione “La Wardia Bbella” di Guardia Sanframondi (BN), espressione viva della cultura del Sannio appenninico. Il sodalizio, noto per la sua opera di valorizzazione del patrimonio identitario guardiese e per l’impegno nella rievocazione storica delle tradizioni popolari sannite, partecipa alla processione portando con sé l’eredità simbolica di un intero territorio. La presenza de “La Wardia Bbella” a Jelsi non è solo folklorica, ma altamente significativa: rappresenta un ponte ideale tra due comunità che condividono l’attaccamento alla terra, il culto dei santi protettori, l’estetica della fatica e il valore della memoria collettiva. Jelsi e Guardia, seppur divise da confini amministrativi, parlano la stessa lingua simbolica: quella della fede rurale, dell’identità resiliente, dell’arte popolare intesa come strumento di coesione sociale.
In un’epoca in cui i riti tradizionali rischiano di essere svuotati di senso, la Festa del Grano di Jelsi resiste come un baluardo culturale e spirituale, capace di raccontare l’anima di un popolo attraverso il gesto semplice e potente del dono del grano. Un rito che unisce, commuove, educa. E che ogni anno si rinnova coerentemente.
Commenti
Posta un commento