Il modello virtuoso del Parco Nazionale del Circeo nella gestione dei cinghiali.
#AcomeAgricoltura (sempre) - Il modello virtuoso del Parco Nazionale del Circeo nella gestione dei cinghiali. #neparleremoprossimamente
Il Parco Nazionale del Circeo ha affrontato con rigore e visione strategica il problema della proliferazione dei cinghiali, adottando un approccio scientifico e integrato. L’Ente ha riconosciuto da tempo l’impatto negativo esercitato da questa specie sulla biodiversità, sulle attività agricole e sulla sicurezza pubblica, avviando un insieme coordinato di azioni volte al contenimento della fauna selvatica.
In particolare, sono state attuate le seguenti misure:
monitoraggio ecologico, attraverso fototrappole e radiocollari;
-
catture selettive e interventi di abbattimento, effettuati da personale qualificato;
-
creazione di una filiera per la trasformazione e la commercializzazione della carne di cinghiale, con ricadute positive sull’economia locale;
-
prevenzione del bracconaggio, mediante il rafforzamento dei controlli e il contrasto sistematico delle attività illegali.
Si tratta di un modello di gestione faunistica efficace e sostenibile, che merita di essere conosciuto, valorizzato e, ove possibile, replicato in altri contesti protetti.
I cinghiali nei parchi nazionali: da emergenza agricola a possibile risorsa economica
Per troppo tempo il tema della gestione faunistica è stato trattato con superficialità, quando non con plateale rimozione del problema. Eppure, chi continua a fare orecchie da mercante dovrebbe osservare con attenzione ciò che sta accadendo in alcuni parchi nazionali italiani, dove si stanno sperimentando modelli di intervento seri, sostenibili e fondati sull’evidenza scientifica.
Tra questi spicca il caso esemplare del Parco Nazionale del Circeo, che ha affrontato con rigore e visione strategica la proliferazione dei cinghiali, una delle criticità più gravi per gli agricoltori, per la biodiversità e per la sicurezza pubblica. L’Ente ha riconosciuto fin dall’inizio la portata del problema e ha avviato un insieme coordinato di misure, articolate secondo un piano organico e non episodico: monitoraggi ecologici, grazie a fototrappole e radiocollari; catture selettive e interventi di abbattimento, affidati esclusivamente a personale qualificato; prevenzione del bracconaggio, mediante controlli intensificati e attività di contrasto alle pratiche illegali.
Accanto a questi interventi, il Circeo ha compiuto un passo ulteriore, quello che distingue una gestione ordinaria da un vero progetto di sviluppo territoriale: la creazione di una filiera certificata per la trasformazione e commercializzazione della carne di cinghiale. Una scelta lungimirante, capace non solo di ridurre gli impatti della specie, ma anche di generare valore economico, occupazione e micro-indotto locale.
Una filiera, dunque, che trasforma un problema in un’opportunità, valorizzando un prodotto controllato, sicuro e tracciabile, con un marchio che garantisce qualità ambientale e rispetto degli ecosistemi. È la dimostrazione che la gestione faunistica, quando è ancorata alla competenza e alla responsabilità, può diventare uno strumento di sviluppo e non soltanto di contenimento.
Il paradosso è che, mentre alcuni territori sperimentano soluzioni innovative e già misurabili nei loro effetti positivi, altri continuano a rimanere intrappolati nei veti incrociati, nell’immobilismo amministrativo e nel pregiudizio ideologico. Così accade che gli agricoltori siano lasciati soli a fronteggiare danni ingenti, mentre si rinvia all’infinito ogni decisione strutturale.
Eppure gli esempi virtuosi non mancano e dovrebbero costituire un punto di riferimento anche per le aree interne dell’Appennino sannita e molisano, dove la gestione della fauna selvatica richiede una strategia ampia, moderna e rispettosa delle vocazioni territoriali.
Trasformare un’emergenza in risorsa è possibile, ma soltanto se si accetta ciò che alcuni parchi hanno già compreso: che tutelare l’ambiente non significa paralizzare i territori, bensì dare loro gli strumenti per vivere, produrre, innovare.
Il modello del Circeo — scientifico, integrato, economicamente sostenibile — dimostra che la strada esiste. Bisogna soltanto avere il coraggio politico di percorrerla.



Commenti
Posta un commento